Vorrei che con la mente tu ti soffermassi su quello che pensi quando incontri una persona, quando ci parli per la prima volta o le prime volte che hai la possibilità di parlarci o anche nelle volte successive.
Non importa se è un incontro personale o professionale.
Quello che mi interessa è sapere se la prima domanda che ti fai è: “Voglio conoscere questa persona” oppure “Voglio far capire a questa persona quanto io sono grande”.
Bella domanda, eh?
Probabilmente la tua prima risposta sarà diversa da queste che io ho ipotizzato, ma vorrei proprio che tu cercassi di ricordare come ti sei comportato l’ultima volta che ti sei trovato a parlare a quattr’occhi con qualcuno: un nuovo conoscente o un nuovo cliente.
Ciò che ti premeva di più era conoscerlo e quindi gli hai fatto domande, l’hai lasciato parlare e hai ascoltato con sincero interesse oppure ti premeva fare bella figura, piacere, essere apprezzato e quindi gli hai parlato di te, del tuo lavoro, delle tue qualità?
Se hai ascoltato quello che la persona ti ha raccontato, al termine hai mostrato segni di apprezzamento per quello che ti ha detto, hai chiesto approfondimenti oppure hai espresso la tua opinione o hai raccontato una tua esperienza simile?
Vorrei che tu pensassi se nelle tue ultime conversazioni: hai onorato le persone con cui sei stato/a a contatto? familiari, amici, conoscenti, colleghi?
Quando parli con una persona, ti senti onorato di parlare con quella persona, della sua attenzione o del suo affetto?
Che domande sono queste?
Vorrei che anziché giudicare le domande, tu provassi a rispondere.
Io ho iniziato a farmi queste domande alcuni anni fa, dopo aver partecipato ad un corso di comunicazione efficace e all’inizio ho scoperto alcune cose interessanti sulla qualità del mio ascolto.
Tante persone mi dicevano che ero un buon ascoltatore perché ascoltavo quello che mi dicevano e sapevo proseguire la conversazione in modo adeguato e piacevole, ma c’era qualcosa che potevo migliorare e quando l’ho scoperto sono riuscito a dare una svolta importante alla qualità della mia comunicazione.
E’ vero, io ascoltavo con attenzione e modulavo la mia risposta sulla base di quello che l’altro mi aveva detto, ma potevo fare molto di più.
Ho scoperto che trascuravo un aspetto fondamentale: perché ascoltavo? Qual era il vero motivo che mi spingeva ad ascoltare?
Volevo ottenere qualcosa? Che cosa?
Probabilmente volevo dimostrare che ero bravo, che sapevo ascoltare, che sapevo occuparmi e risolvere i problemi degli altri, volevo rinforzare i rapporti con i clienti o con gli amici o con i familiari.
Quando ho consapevolizzato questo ed ho iniziato a interessarmi veramente a quello che il mio interlocutore (cliente, amico, familiare) diceva, a come lo diceva e al suo stato d’animo, la qualità del mio ascolto è cambiata, l’efficacia della comunicazione è cresciuta considerevolmente, i rapporti con le persone sono migliorati e soprattutto mi sento meglio.
Ho imparato ad ascoltare con il desiderio di conoscere meglio la persona che ho davanti, sia che si tratti di un nuovo incontro o di una persona che già fa parte della mia vita.
Essere apprezzato diventa una conseguenza ma non è più lo scopo della conversazione e questo viene percepito sia da te che dal tuo interlocutore.
Pensa a come potrebbe migliorare la qualità della tua comunicazione e della tua vita se tu potessi trasformare il tuo modo di ascoltare!
Se qualcosa non ti è chiaro o se vuoi raccontarmi la tua esperienza, scrivimi.