Credo che ognuno di noi abbia conosciuto alcune persone identificabili come maestri, cioè persone con qualità che hanno in qualche modo influenzato la nostra vita.
Stamani mi sono svegliato pensando alla mia vita e ai miei maestri.
Sono tante le persone che mi hanno insegnato qualcosa ma ho scoperto che la mia mente ritornava insistentemente su tre persone.
La prima è Sergio, un amico di famiglia, la persona che quando ero piccolo avrei voluto avere come padre, senza niente togliere a mio padre a cui non ho niente da rimproverare.
Sergio era una persona che aveva vissuto tante difficoltà e che con coraggio e con entusiasmo aveva affrontato e spesso superato.
Era ancora adolescente quando rilevò l’azienda fallimentare del padre e convinse i fratelli a cogliere l’opportunità di ricostruire l’attività paterna, anche se loro erano giovanissimi,
In pochi anni i debiti furono pagati e l’azienda si conquistò un posto importante nel mercato creando nuovi posti di lavoro, costruendo una nuova sede in una zona che di lì a pochi anni diventò un’area industriale importantissima.
Ricordo le difficoltà incontrate, ricordo come la maggior parte delle persone lo considerasse un pazzo.
Ma Sergio non era solo un imprenditore, era un ottimo padre e, per me, un punto di riferimento: era generoso, parlava con me adolescente di qualsiasi argomento, anche di sesso (un tabù per l’epoca), mi chiedeva, mi dava consigli, mi faceva sentire la sua presenza e la sua generosità.
Quante domeniche pomeriggio passate al cinema con lui e sua figlia mia coetanea.
Quando iniziai a fare l’imprenditore, Sergio mi dette tanti consigli utili sugli investimenti, sul modo di gestire i rapporti bancari, sui pericoli e sulle opportunità.
Sergio per me era un punto di riferimento anche se riceveva critiche da molte persone.
La seconda persona è Lando, conosciuto per motivi lavorativi.
Lando non aveva avuto un’infanzia facile, fin da piccolo aveva dovuto lottare portandosi poi per tutta la vita una caratteristica che ho sempre ammirato: lui diceva che più una cosa era difficile e più lui si rinforzava, amava le sfide, quelle difficili, alcune “impossibili”, ma per lui niente era impossibile.
Grande lottatore per sé ma anche per gli altri, generoso, amante della bella vita, pronto a condividere il suo entusiasmo.
La terza persona di cui voglio parlare è Franco.
Franco è stato per tanti anni un funzionario statale, occupando posizioni di una certa importanza.
Un giorno decise di andare in pensione e di dedicarsi alla comunicazione.
E’ in quel periodo che io ho avuto l’opportunità di conoscerlo e di frequentarlo sia in ambito professionale che personale.
Franco mi ha insegnato che a tutto c’è una soluzione, che qualsiasi conflitto non si risolve individuando chi ha ragione e chi ha torto, ma capendo i bisogni di uno e i bisogni dell’altro, perchè è possibile soddisfarli entrambi.
L’insegnamento di Franco, non teorico ma applicato da lui nella vita di ogni giorno, mi è stato utile nello sviluppare la mia attività di coach.
Franco non aveva studiato PNL o coaching, applicava ciò che io ho studiato e sperimentato nei corsi e nei seminari che ho frequentato.
Tuttora, nella mia attività di coach mi trovo a “ricalcare” alcuni suoi comportamenti.
Ho avuto anche altri maestri ma oggi volevo parlare di questi tre.
Che cosa hanno in comune Sergio, Lando e Franco?
A prima vista ben poco: ambienti famigliari, sociali e lavorativi molto diversi, ma tutti e tre hanno ricevuto tante critiche, tutti e tre hanno trasgredito convinzioni sociali, si sono in qualche modo ribellate, ma non esprimendo rabbia.
Tutti e tre erano pervasi da amore, amore per sé stessi, per la vita, per il loro lavoro, per gli altri.
Tutti e tre mettevano giorno per giorno a disposizione degli altri la loro conoscenza.
Questo secondo me caratterizza un maestro: la capacità di mettere la propria conoscenza a disposizione degli altri.
Per conoscenza non intendo un insieme di nozioni scolastiche ma un insieme di esperienze costruttive, educative, pratiche e utili.
Il maestro non si dichiara tale, sono gli altri che lo considerano tale.
Un maestro non è perfetto, ha tanti difetti, compie un gran numero di errori, ma ha padronanza di qualcosa di buono e utile ed è disposto a metterlo a disposizione.
Cerca i tuoi maestri e abbine cura!
Stamani mi sono svegliato pensando alla mia vita e ai miei maestri.
Sono tante le persone che mi hanno insegnato qualcosa ma ho scoperto che la mia mente ritornava insistentemente su tre persone.
La prima è Sergio, un amico di famiglia, la persona che quando ero piccolo avrei voluto avere come padre, senza niente togliere a mio padre a cui non ho niente da rimproverare.
Sergio era una persona che aveva vissuto tante difficoltà e che con coraggio e con entusiasmo aveva affrontato e spesso superato.
Era ancora adolescente quando rilevò l’azienda fallimentare del padre e convinse i fratelli a cogliere l’opportunità di ricostruire l’attività paterna, anche se loro erano giovanissimi,
In pochi anni i debiti furono pagati e l’azienda si conquistò un posto importante nel mercato creando nuovi posti di lavoro, costruendo una nuova sede in una zona che di lì a pochi anni diventò un’area industriale importantissima.
Ricordo le difficoltà incontrate, ricordo come la maggior parte delle persone lo considerasse un pazzo.
Ma Sergio non era solo un imprenditore, era un ottimo padre e, per me, un punto di riferimento: era generoso, parlava con me adolescente di qualsiasi argomento, anche di sesso (un tabù per l’epoca), mi chiedeva, mi dava consigli, mi faceva sentire la sua presenza e la sua generosità.
Quante domeniche pomeriggio passate al cinema con lui e sua figlia mia coetanea.
Quando iniziai a fare l’imprenditore, Sergio mi dette tanti consigli utili sugli investimenti, sul modo di gestire i rapporti bancari, sui pericoli e sulle opportunità.
Sergio per me era un punto di riferimento anche se riceveva critiche da molte persone.
La seconda persona è Lando, conosciuto per motivi lavorativi.
Lando non aveva avuto un’infanzia facile, fin da piccolo aveva dovuto lottare portandosi poi per tutta la vita una caratteristica che ho sempre ammirato: lui diceva che più una cosa era difficile e più lui si rinforzava, amava le sfide, quelle difficili, alcune “impossibili”, ma per lui niente era impossibile.
Grande lottatore per sé ma anche per gli altri, generoso, amante della bella vita, pronto a condividere il suo entusiasmo.
La terza persona di cui voglio parlare è Franco.
Franco è stato per tanti anni un funzionario statale, occupando posizioni di una certa importanza.
Un giorno decise di andare in pensione e di dedicarsi alla comunicazione.
E’ in quel periodo che io ho avuto l’opportunità di conoscerlo e di frequentarlo sia in ambito professionale che personale.
Franco mi ha insegnato che a tutto c’è una soluzione, che qualsiasi conflitto non si risolve individuando chi ha ragione e chi ha torto, ma capendo i bisogni di uno e i bisogni dell’altro, perchè è possibile soddisfarli entrambi.
L’insegnamento di Franco, non teorico ma applicato da lui nella vita di ogni giorno, mi è stato utile nello sviluppare la mia attività di coach.
Franco non aveva studiato PNL o coaching, applicava ciò che io ho studiato e sperimentato nei corsi e nei seminari che ho frequentato.
Tuttora, nella mia attività di coach mi trovo a “ricalcare” alcuni suoi comportamenti.
Ho avuto anche altri maestri ma oggi volevo parlare di questi tre.
Che cosa hanno in comune Sergio, Lando e Franco?
A prima vista ben poco: ambienti famigliari, sociali e lavorativi molto diversi, ma tutti e tre hanno ricevuto tante critiche, tutti e tre hanno trasgredito convinzioni sociali, si sono in qualche modo ribellate, ma non esprimendo rabbia.
Tutti e tre erano pervasi da amore, amore per sé stessi, per la vita, per il loro lavoro, per gli altri.
Tutti e tre mettevano giorno per giorno a disposizione degli altri la loro conoscenza.
Questo secondo me caratterizza un maestro: la capacità di mettere la propria conoscenza a disposizione degli altri.
Per conoscenza non intendo un insieme di nozioni scolastiche ma un insieme di esperienze costruttive, educative, pratiche e utili.
Il maestro non si dichiara tale, sono gli altri che lo considerano tale.
Un maestro non è perfetto, ha tanti difetti, compie un gran numero di errori, ma ha padronanza di qualcosa di buono e utile ed è disposto a metterlo a disposizione.
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